domenica 6 marzo 2011

La volpe e la bambina



Sembra proprio una fiaba, questo film di Luc Jacquet (La marcia dei pinguini), ma una fiaba con personaggi reali.

I contenuti della fiaba ci sono tutti e possono essere riassunti nel "personaggio" principale (una bambina, che è un peperino, dai capelli rossi e gli occhi verdi irresistibilmente attratta da una volpe), il mondo degli archetipi (qui rappresentato dalla Natura incontaminata, dalla volpe e dai tanti animali misteriosi e meravigliosi abitanti della foresta) e dalla "morale" di chiusura del racconto.

Il film è bellissimo, un vero e proprio tuffo in una natura selvaggia (eppure con un suo "ordine") vista dal punto di vista "non umano", quindi un modo di esperirla che forse pochi di noi hanno potuto sperimentare con le stesse modalità della giovane protagonista.

La bambina, infatti, vi entra in "punta di piedi", con molto rispetto e tanta pazienza. Innamoratasi a prima vista di una volpe la bambina, nei suoi momenti liberi, tenta in ogni modo di stabilire un contatto con lei. Ma le volpi, si sa, sono esseri selvatici molto astuti, diffidenti e furbi per natura. Non sarà quindi facile per la bimba entrare nelle grazie della volpe, e dovrà studiare ogni sorta di espediente per riuscirvi. Però alla fine la vince: lei e la volpe diventano due intime amiche.

Inizia così un periodo straordinario durante il quale la volpe "introduce" la bimba dai capelli rossi nel mondo dela foresta. E noi scopriremo, assieme ai due protagonisti, momenti di vera naturalezza in assenza, come dicevo, della presenza dell'uomo.

Vedremo così come vivono le volpi, ma faremo anche la conoscenza di lupi, leopardi delle nevi, falchi, porcospini, orsi e tanti altri animali, nonché scorci mozzafiato di un mondo naturale bello e pericoloso allo stesso tempo.

Il rapporto di amicizia e reciproco rispetto tra la volpe e la bambina sembra procedere a meraviglia, ma pian piano la bimba, che è un "umano", inconsapevolmente inizia a voler "dominare" il gioco. Comincia così col dare un nome alla volpe, le metterà un collare, cercherà di convincerla a farle da "assistente" nei giochi, fino a portarla a casa sua, nella sua stanza, dove chiuderà la porta.

Vistasi "chiusa in gabbia" la volpe reagirà in malo modo, fino a sfondare una finestra e saltare giù dal primo piano, ferendosi gravemente. L'incidente segnarà la fine di un rapporto "equo" costruito con amore e pazienza.

La volpe non morirà, ma da allora tornerà a prendere le distanze dalla bimba la quale, ormai donna, racconterà, molti anno dopo, di quella meravigliosa e tragica esperiena al figlioletto.

Morale. Tentare di mettere in gabbia esseri dalla natura selvaggia e incontaminata può sortire due effetti negativi: ucciderli oppure allontanarli da sé.

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