martedì 15 marzo 2011

Il libro del mese: "Quel che resta del giorno"



Dal retro di copertina:
...la prima settimana di libertà dell'irreprensibile maggiordomo inglese Stevens diventa occasione per ripensare la propria vita spesa al servizio di un gentiluomo moralmente discutibile. Stevens ha attraversato l'esistenza spinto da un unico ideale: quello di rispettare una certa tradizione e di difenderla a dispetto degli altri e del tempo.
Ma il viaggio in automobile verso la Cornovaglia lo costringe ben presto a rivedere il suo passato, così tra dubbi e ricordi dolorosi egli si accorge di aver vissuto come un soldato nell'adempimento di un dovere astratto senza mai riuscire ad essere se stesso.
Si può cambiare improvvisamente vita e ricominciare daccapo?

Una pagina del libro:
"Le luci del molo si sono accese, e alle mie spalle una piccola folla ha appena lanciato un sonoro evviva. C'è ancora molta luce - sul mare, il cielo si è fatto di un rosso sbiadito - ma si direbbe che tutte queste persone che da mezz'ora in qua si stanno radunando sul molo, ora desiderino che cali la notte. Ciò conferma, io credo, in modo molto appropriato l'osservazione fatta dall'uomo che fino a qualche momento fa era seduto qui, su questa panchina, accanto a me, e con il quale ho avuto una curiosa discussione. Egli sosteneva che per un gran numero di persone la sera rappresenta la parte migliore della giornata, la parte che attendevano con maggiore piacere...".

Da questo romanzo di Ishiguro è stato tratto anche un bel film, con la regia di James Ivory e l'interpretazione di Anthony Hopkins ed Emma Thopson.

Quel che resta del giorno, Kazuo Ishiguro, Einaudi tascabili

A queste poche parole mi piacerebbe aggiungere un paragrafo tratto dal Vangelo di Filippo che mi sembra calzi bene col personaggio di questo maggiordomo e, aimé, con molti di noi:
"Girando attorno a una mola un asino fece cento miglia;
quando fu sciolto si trovò ancora allo stesso posto.
Certi uomini camminano molto, ma non arrivano
mai da nessuna parte;
quando per loro giunge la sera non vedono né città,
né villaggio, né creazione, né natura, né forza, né angelo.
Miserabili, hanno sofferto invano".

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