domenica 13 ottobre 2013

COME EDUCARE I FIGLI?

Come Educare i figli?

Tema non facile....almeno di non facile risoluzione nell'immediato (visto il caos in cui viviamo), ma qualcosa si può dire, anzi, molto è già stato detto da persone sveglie e rispettose del prossimo (uno di questi è stato Krishnamurti).

La prima cosa che i genitori e gli "educatori" dovrebbero imprimersi a chiare lettere nella mente è  che i "nuovi nati", per noi, sono il prossimo: essi sono dei viaggiatori del tempo che solo momentaneamente condividono il loro tempo col nostro.

I figli non sono di proprietà dei genitori,
né i cittadini appartengono ai governi o alle fedi religiose.

L'essere vivente è parte integrante di qualcosa (o di qualcuno) di più vasto che ci contiene, e i suoi doveri sono verso se stesso.

Se ammettiamo sia vero che siamo esistiti in altre vite prima di questa, allora vuol dire che non siamo solo corpo e pensiero.

Forse siamo solo una "scintilla" vivente, una "unità di consapevolezza in crescita".

Questo vuol anche dire che nelle vite precedenti abbiamo accumulato esperienze. Abbiamo agito, desiderato e, forse, anche sbagliato.

Di conseguenza abbiamo lasciato la vita precedente con ancora molti desideri insoddisfatti, e ripromettendoci di fare nuove esperienze in una "nuova vita", una nuova vita che poi è una nuova opportunità per crescere in consapevolezza.

Quindi nasciamo con un programma ben definito che vorremmo portare a compimento.

Questo "programma" l'essere non se lo dice a parole, ma seguendo delle traenze, dei desideri, delle inclinazioni.

Solo che con la nascita dimentichiamo quel programma, oppure siamo così deboli (fisicamente e mentalmente) per cui non abbiamo la forza di contrastare lo strapotere degli adulti.

La mente dei bambini, la loro "lavagna", è nera alla nascita, ma il loro "essere" è già colorato dalle esperienze precedenti. Però l'essere non conosce le "regole" del posto in cui è venuto a sperimentare la nuova esistenza: l'essere avrebbe bisogno di tempo per capire come agire nel "nuovo mondo". 

Tempo per una "messa a punto".

Ma non gli si da tempo.

L'educazione degli adulti s'intromette prepotentemente nella sua esistenza, consapevolmente o meno, creando una gran confusione nella mente del nuovo arrivato.

Già a sei-sette anni la mente del bambino è fortemente rovinata dai comportamenti e dalle dinamiche familiari: in più le loro continue richieste di "doveri" da rispettare soffocano l'essere, spegnendo la sua curiosità e l'entusiasmo di vivere.

Poi arriva l'istruzione obbligatoria e la religione...e la partita è chiusa definitivamente. Il danno è fatto "quasi" irrimediabilmente.

Perché meravigliarsi, allora, del caos in cui versa la nostra società o delle molteplici patologie fisiche e psicologiche che ci affliggono?

Per educare il bambino in modo sano basterebbe divenire più discreti e rispettosi nei suoi confronti, lasciargli spazio, non soffocarlo né con troppi doveri da assolvere, né con troppe attenzioni "protettive".

Non si dovrebbe stargli a dire continuamente cosa deve o non deve fare, ma osservare e assecondare le sue inclinazioni naturali.

Casomai insegnargli (con l'esempio) i valori di:
lealtà e
rispetto per tutti gli esseri viventi e il pianeta che ci ospita.

Tutto qui!

Difficile vero?